Il bilancio del 2020 della Roma
Il 2020 è stato un anno particolare, anche per la Roma. Il club giallorosso ha avviato l’ennesimo anno zero con il cambio di proprietà da James Pallotta alla famiglia Friedkin. Un anno che si era aperto – dopo la vittoria di Firenze – con la Roma ai piani alti della classifica e che si conclude con lo stesso spartito. Merito dell’orchestra di Paulo Fonseca. Un orchestra che ha anche donato prestazioni stonate (Siviglia), ma che comunque sembra sulla buona strada. E come ogni fine anno, è tempo di bilanci. Di seguito le pagelle.
IL MIGLIORE: Mkhitaryan 8 – Fuoriclasse, genio, assistman e goleador. L’armeno è l’arma in più della Roma in tutto il 2020, l’anno in cui ha ritrovato l’integrità fisica e rispolverato i colpi che non aveva mai dimenticato. In una parola: insostituibile.
IL PEGGIORE: PAU LOPEZ 4 – La sua storia è particolare: dall’errore nel derby in poi è come se avesse dimenticato improvvisamente come si fa il portiere. Tra i peggiori nel disastro di Siviglia, è finito a scaldare la panchina e giocare nella Roma-B in Europa.
Fonseca 7 – Rimette in piedi un anno strano e iniziato malissimo cambiando modulo dopo il lockdown. Dalla ripresa la Roma ha una media punti da Champions e gioca un calcio convincente, nonostante un’estate in cui è stato messo in discussione dalla dirigenza. Il podio finale del 2020 in campionato è di buon auspicio.
Mirante 6.5 – Si ritrova a fare il titolare causa disastri di Pau Lopez. Fa tante ottime partite, tra mille acciacchi e qualche errore. Di più non si poteva certo chiedergli.
Santon SV – Gioca troppo poco, per scelta di Fonseca e per i soliti problemi fisici.
Bruno Peres 6 – Torna per mancanza di alternative dal prestito, nella sfiducia più totale. E invece convince subito Fonseca e diventa una pedina utile. Poi, alla lunga, riemergono i suoi limiti e perde il posto.
Karsdorp 6,5 – Da ceduto a rilanciato, una bella sorpresa di questa prima parte di campionato finalmente fa vedere con continuità le doti che convinsero la Roma a prenderlo.
Fazio 4 – Dovrebbe essere una guida per i giovani e invece le rare volte che va in campo è per lo più impresentabile.
Kumbulla 6,5 – Il primo vero acquisto dell’era Friedkin si dimostra affidabile e di prospettiva.
Juan Jesus 5.5 – Diventa quasi un ex calciatore per poi ricomparire quando si fa turnover. Dignitoso e niente più quando ha giocato.
Smalling 7 – A lungo è stato la colonna difensiva, la Roma lo perde e lo ritrova, anche se la nuova stagione è iniziata con troppi stop.
Mancini 7 – Sembra un veterano, è continuo e ha lo spirito da leader che gli consente di nascondere qualche difetto.
Ibanez 8 – Il talento che sboccia dopo il lockdown fino a diventare un gioiello da difendere. Con tanti saluti a Gasperini che lo snobbava.
Spinazzola 7.5 – La mancata cessione all’Inter si è trasformata nella sua rinascita. Ora è uno dei 3 migliori esterni del campionato.
Calafiori 6.5 – L’esordio, un gol bellissimo, il bacio allo stemma. Promette qualità ed emozioni.
Cristante 6.5 – Il gregario che dove lo metti sta, un esempio di professionalità ed efficenza.
Diawara 5 – Non è mai tornato se stesso dopo il secondo infortunio al ginocchio, adesso è l’ultima carta del mazzo dei mediani.
Veretout 8 – Ha retto quasi da solo il centrocampo con quei polmoni d’acciaio e si è messo a segnare come fosse un bomber. Senza dimenticare i rigori infallibili: li ha segnati tutti.
Pellegrini 6.5 – Non un anno facile per problemi fisici e critiche, con qualche perla a ricordarci che la classe c’è eccome.
Villar 7.5 – L’altra sorpresa insieme a Ibanez, piano piano è cresciuto e si è preso la regia. Ora guai a chi lo tocca.
Pastore SV – Il suo 2020? Tre presenze e più sedute di fisioterapia che allenamenti.
Carles Perez 5.5 – Preso per sostituire Under e Kluivert, ha finito per fare meno di loro. Pochissimi lampi.
Zaniolo 6 – Due crociati rotti in 9 mesi sono una mazzata che ha steso pure un leone come lui. In mezzo era tornato a brillare, ora è finito inghiottito dal gossip. Anno da cancellare.
Pedro 7 – Impatto da campione vero quale è. Ha vinto tutto in carriera e dimostra subito il perché.
Milanese 6.5 – Un assist alla prima partita giocata, un gol al debutto da titolare. Il salentino non poteva iniziare meglio.
Dzeko 7 – Il bomber d’acciaio non si piega neanche al Covid: ha messo insieme 16 gol nell’anno solare e trascinato la Roma come sa fare solo lui. Ora è nel podio dei bomber giallorossi. Poteva andar via, un bene che sia ancora qui nonostante qualche tensione con Fonseca.
Borja Mayoral 5.5 – Non bastano i gol segnati in Europa League (e solo uno in campionato) per lasciare sereno Fonseca quando Dzeko deve riposarsi.