Insigne, punizione da 10. Troppo Napoli per la Roma.

La Repubblica (M. Azzi) – Nel nome di Diego. Il Napoli travestito da Argentina ha spazzato via al San Paolo la Roma e ne ha interrotto la lunga imbattibilità in campionato, in cui finora l’unico ko per la squadra di Fonseca era arrivato a tavolino con il Verona. Hanno fatto la differenza le motivazioni e la migliore condizione atletica degli azzurri, che hanno tenuto sempre in pugno la partita dall’inizio alla fine. Oltre alla maglia simile a quella della Seleccion argentina, ci aveva pensato anche la Roma a rendere omaggio al fuoriclasse appena scomparso. Toccante la visita di Bruno Conti nei Quartieri Spagnoli, dove il campione del mondo giallorosso ha deposto una corona di fiori sotto al murales del pibe de oro. Poi c’è stata la partita e la squadra di Fonseca ha dato per un po’ la sensazione di essere più in fiducia, dopo essersi subito resa minacciosa con Pedro. L’emergenza in difesa ha, però tolto progressivamente sicurezza alla Roma, costretta ad arretrare il suo raggio di azione per limitare i duelli uno contro uno tra Mertens e Cristante. Il Napoli ne ha approfittato ed ha trovato il vantaggio con il protagonista più atteso della partita: Lorenzo Insigne, bravo a pennellare in fondo alla rete un calcio di punizione al limite. I problemi di Fonseca sono cresciuti con gli infortuni di Mancini e Veretout, che hanno tolto certezze ai giallorossi. Il Napoli ha continuato ad infierire ed infatti è arrivato il bis con Fabian, con un sinistro da fuori area. Poi il tris di Mertens, quando Fonseca aveva già tolto Dzeko e alzato bandiera bianca. Infine il poker di Politano con una serpentina alla Maradona.